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ho di nuovo il discovery. forse per poco. stasera vado ad una concessionaria a far due chiacchiere. e cambiarla, forse. dico forse perché per me una macchina fa parte del tuo spazio e del tuo tempo, e separarsene non è facile. ci sei andato in giro, in vacanza, ci hai litigato, fatto pace, ascoltato musica, tanta musica, in quello scatolone lì. il problema è che è uno scatolone, appunto. girare con quello è come togliere aria ai bambini di domani. un po’ come quando vedi le vecchie foto di mamme che tengono i bambini in braccio e fumano. ti si drizzano i capelli. allora era normale, oggi è diverso. sei diverso. la chiamano coscienza. io lo chiamo realismo. cercherò di comprarmi un’auto molto, molto ecologica. che mi faccia dire che era giusto cambiare macchina, che mi faccia pensare che ho fatto bene. ma onestamente non mi va. rimpiangerò questo vecchio scatolone che ha contenuto suoni, viaggi, pensieri, respiri e pezzi di storia, mia e di chi piace a me. una storia lunga centosessantottomila e rotti chilometri.


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